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Afghanistan - (24/06/2009)
Mostra fotografica 2009
dal 25 Luglio al 31 Agosto – Colonnella –
Palazzo Pardi
Orario tutti i giorni 18
– 24
Curatori: Renato Sabini
– Ivano Di Benedetto, in collaborazione con il Museo Ken
Damy.
In realtà si tratta di due
mostre fotografiche distinte, un estratto da lavori molto
importanti per raccontare la realtà dell’Afghanistan
il paese più martoriato dal dopoguerra, troppo spesso teatro
di cronache dolorose che ci coinvolgono direttamente.
La prima “A darkness
visible: Afghanistan” di Seamus Murphy è un reportage
in bianco e nero molto approfondito di taglio più o meno
classico, la seconda molto più concettuale
“Afghanistan: Chronotopia” di Simon Norfolk è
stata realizzata fotografando a colori con il banco ottico le
distruzioni ed i rifiuti lasciati dalla guerra.
“A Darkness Visible: Afghanistan 1994 –
2007″ di Seamus Murphy
L’oscurità
dell’Afghanistan non sta nel male o nella guerra, ma nel
manto dell’ignoranza che avvolge la nostra comprensione di
questo paese, una cecità che lo ha ridotto a poco più
di uno sfondo per statistiche stantie, immagini trite e ritrite e
frasi fatte su cui poggiano le fuggevoli notizie della stampa
mondiale.
Pochi hanno cercato – e
ancor meno sono riusciti a raggiungere il risultato che Murphy ha
perseguito con la sua pazienza e persistente volontà di
raggiungere lo scopo. Molto più di un’abile
testimonianza di un popolo, un’epoca e un luogo, la sua
opera ha aperto la strada a qualcosa di più profondo ed
etereo ed è riuscita a cogliere la più difficile di
tutte le rivelazioni: lo spirito di un paese.
Nel corso d’innumerevoli
avventure intraprese nell’arco di 13 anni per portare alla
luce l’indomito Afghanistan, sia umano che geografico,
Murphy ha infranto la visione miope che si aveva di questo paese
per rivelare i luoghi e i volti della gente, una guerra e una
vita che altrimenti non avremmo mai avuto occasione di scoprire.
Alcuni viaggi nell’entroterra sono durati solo pochi
giorni. Altri hanno comportato settimane di trekking,
spostamenti, rafting e cavalcate in condizioni spartane.
Seamus Murphy è nato nel
1959 in Inghilterra ed è cresciuto a Dublino, Irlanda. Nel
1990 ha inizio la sua carriera di fotogiornalista freelance. Da
allora, lavora come fotoreporter nelle zone martoriate dai
conflitti in Africa, Asia ed Europa. Le sue fotografie sono
comparse su varie pubblicazioni, fra cui The New York Times,
Sports Illustrated, Newsweek, Time e Der Spiegel. Ha vinto
numerosi premi, tra cui 6, World Press Photo e il Best Magazine
Photography of the Year. Nel 2008 ha pubblicato il libro
fotografico “A Darkness Visibile: Afghanistan” (Saqi
Books).
“Afghanistan: Chronotopia” di Simon
Norfolk
Chronotopo, ovvero un luogo che
permette di muoversi attraverso lo spazio e il tempo
simultaneamente, un luogo che mostra la stratificazione del
tempo. Le 19 immagini in mostra rifuggono le scene
sensazionalistiche dei telegiornali e della stampa
d’informazione, ci racconta la normalità della vita
quotidiana, se di normalità si può parlare, in un paese
dilaniato da quasi trent’anni di guerra.
Simon Norfolk è impegnato
da diversi anni nella rappresentazione di luoghi devastati da
conflitti bellici. Ispirandosi all’opera di pittori quali
Caspar David Friedrich e Claude Lorraine e alla tradizione
pittoresca dei paesaggi di rovine, Norfolk ha incentrato la sua
attenzione sulle profonde modifiche e sulle devastazioni inflitte
dalla guerra al territorio afghano.
Simon Norfolk è nato a
Lagos, in Nigeria nel 1963. Ha studiato in Inghilterra alla
Bristol University di Oxford laureandosi in Filosofia e
Sociologia. Subito dopo ha deciso di seguire un corso di
fotografia documentaristica a Newport, così ha cominciato a
documentare il mondo e i suoi problemi.
Ha pubblicato più di un
libro e fotografato molte zone di guerra. Collabora con diversi
magazine e giornali importanti come il National
Geographic.
Nel corso della sua carriera
fotografica ha ricevuto numerosissimi premi, nel 2001 gli è
stato assegnato il World Press Photo Award, un Silver Award
dall’Association Photographers nel 2006, un invito dal
World Press Photo nel 2005, Le Prix Dialogue nello stesso anno,
The Infinity Award nel 2004 e molti altri.
per maggiori informazioni:
http://www.colonnellafotografia.it